L’Università vera non è un oggetto materiale… La vera Università non ha un’ubicazione specifica. Non ha possedimenti, non paga gli stipendi e non riceve contributi materiali. La vera Università è una condizione mentale. È quella grande eredità del pensiero razionale che ci è stata tramandata attraverso i secoli e che non esiste in alcun luogo specifico; viene rinnovata attraverso i secoli da un corpo di adepti tradizionalmente insigniti del titolo di professori, ma nemmeno questo titolo fa parte della vera Università. Essa è il corpo della ragione stessa che si perpetua. Oltre a questa condizione mentale, la “ragione”, c’è un’entità legale che disgraziatamente porta lo stesso nome ma è tutt’altra cosa… Ma questa Università, l’ente legale, non può insegnare, non produce nuovo sapere e non vaglia le idee.
(Robert M. Pirsig, “Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta”, Adelphi, 1981, pp. 149-150)
Sin dalla lettura del primo comma dell’art. 1 dello Statuto dell’Università di Pisa e, ancor di più, dal contenuto del comma 5, è possibile notare come i principi che regolano l’Ateneo pisano non trovano corrispondenza in quella che Pirsig definisce “Chiesa della Ragione”. Infatti, la presenza stessa di uno Statuto che sancisce l’istituzionalizzazione dell’Università di Pisa conferisce a quest’ultima il carattere di “entità legale” che Pirsig contrappone in maniera netta alla “condizione mentale” – ovvero alla “ragione” – che invece è la fonte stessa dell’esistenza dell’Università.
In un altro passo, Pirsig analizza lo spirito civico il cui miglioramento è tra i fini dell’Università “legale”, come sottolineato anche nell’ultimo capoverso del comma 1 dell’articolo statutario analizzato. Da questo punto di vista, per Pirsig, il fine ultimo dell’Università è rimasto quello socratico della ragione messa al servizio della verità. E benché ciò non sia normalmente in conflitto con il miglioramento dello spirito civico, tuttavia a volte ciò può accadere come la storia dello stesso Socrate dimostra. Infatti il fine ultimo dei professori non è quello di servire la comunità ma di mettere la ragione al servizio della verità.